un libro di Giulio Stocchi
QUADRI DI UN’ ESPOSIZIONE

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8 febbraio 2009

Arnaldo Pontis (6 maggio 2007)
La poesia geisha

La poesia l’hai dentro
anche se l’hai indosso
sceglie lei quando
andare e dove arrivare,
vede lei oltre il dosso,
e ti sta sempre addosso.

La poesia corrode le ossa e
si annida in basso, nella fossa.

Come un brivido freddo
che sale, lungo la schiena,
la scopri solo quando assale improvvisa,
come una pena.

La poesia la senti arrivare,
come un fiume in piena,
come una tempesta brava,
incatenata al remo,
e schiava, dentro la stiva.

Ti sommerge, in fretta
fradicia e pesante,
nella sabbia e nel fango,
e nel frastuono,
dritta sul fondo,
sconvolta di rabbia,
sorda nel tuono,
ti sbatte col suono
che batte al suo tango
nell’ultimo cono di luce,
del sole che muore,
del tramonto che arriva
ad arrossare di sangue la riva.
La poesia è parola che
brucia, quando dice,
e non va mai a capo.
La poesia non si combatte,
non si batte e non si inchioda,
la poesia non accetta il sale
nemmeno sulla coda.

La poesia quando protesta,
non ha capo, e quando detesta,
non cerca rivale, non usa far festa.

La poesia è una cesta,
di sangue, di carne e di morte,
fatta di cuore nero e foresta.

La poesia è un pensiero immortale,
un guerriero animale,
bardato per l’arena,
che nell’arena prevale,
contro di te,
lancia in resta.

La poesia ti lascia,
ad aspettare la falce,
nel buio rapace,
in croce col fabbro,
in un colpo d’ascia,
alla piega del labbro
che consola e tace,
con nel cuore la pace,
di sapere che
per quello che importa,
per quello che resta,
non sarai mai capace.

8 febbraio 2009

Giulio Stocchi (3 maggio 2007)

Sul come ascoltare
quando dicono vita


Nelle cucine
preferibilmente
e alla fine del mese
consiglio
di ascoltarla
questa parola
di girarla ben bene
nella bocca
per scoprirne
il sapore
di farla rotolare
fra i denti
questa parola
quando dicono vitaAlzatevi poi
e dalle finestre consiglio
che lo guardiate
questo mondo
di vetrine e di insegne
fatto a immagine e somiglianza
di una solitudine astratta
dove ogni cosa
ha un prezzo
e fra di esse
voi
e ripetetela
consiglio
almeno dieci volte
questa parola
perché solo quando le labbra
sanguineranno
ed il cuore
solo allora vi dico
l’avrete compresa
questa parola
quando dicono vita

E alle donne in special modo
consiglio
di lasciarsela esplodere
nel ventre
questa parola
distese che saranno
sui tavoli
o mentre il prezzemolo
bolle
nell’angolo digrignato
dove non un peccato
si consuma
ma un sacrificio imposto
di dolore
perché così l’avranno bevuta
fino alla feccia
questa parola
quando dicono vita

E a tutti noi infine
consiglio
e ognuno
nella sua dimensione
variamente trafitto
di entrare nelle chiese
e come sale
di sentirla cadere
questa parola
sulle ferite
e di non fuggire
consiglio
e neppure di urlare
ma piuttosto vi dico
fra l’incenso e le preghiere
lasciamogliela biascicare
questa parola
che diventi la loro vergogna
che diventi
la loro vergogna
che diventi la loro
vergogna
quando dicono vita

Giulio Stocchi

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